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Come diversificare il portafoglio con il Crowdfunding immobiliare

Gli investimenti immobiliari hanno da sempre attirato gli italiani, spinti, oltre che dal desiderio di comprare casa dove si vive (per l’80% di loro), anche dall’acquisto di una seconda casa da mettere a reddito. Si tratta di un’idea, però, che solo alcuni riescono a realizzare: non è così immediato, infatti, poter disporre dei capitali necessari all’acquisto, riuscire a trovare l’occasione giusta ed, infine, essere a conoscenza che, in caso di necessità di liquidare l’investimento, i tempi potrebbero essere medio-lunghi. Tre macro-problematiche che sono state risolte con il lancio dei fondi immobiliari e, più recentemente, dall’innovazione del crowdfunding immobiliare. 

Cos’è il crowdfunding immobiliare?

Con il termine “crowdfunding” intendiamo una raccolta diffusa di capitale effettuata tra un pubblico di risparmiatori, i quali possono investire piccole somme di denaro. Può trattarsi di un’iniziativa imprenditoriale o, come nel caso del crowdfunding immobiliare, della realizzazione di un progetto edilizio. Il processo che segue un’operazione di crowdfunding immobiliare è piuttosto semplice: vi è una società che propone l’investimento, vi sono gli investitori ed, infine, c’è una piattaforma di real estate crowdfunding che ha il compito di far incontrare l’esigenza di finanziamento con i capitali. Proprio questa semplicità ha determinato il successo del crowdfunding immobiliare negli ultimi anni, anche in Italia, dove sono nate numerose piattaforme.  

 

Cos’è il crowdlending? 

Il crowdlending è una componente del crowdfunding, dove le operazioni vengono finanziate mediante prestiti. Oltre alla semplicità del processo, queste operazioni sono percepite come attraenti per il pubblico dei risparmiatori, i quali possono investire piccole somme. Inoltre, per ogni operazione viene specificato l’investimento minimo, la durata e il ritorno dell’investimento (ROI). Vi è poi il vantaggio della diversificazione: investire cifre limitate di capitale in progetti diversi. 

Il successo per questa forma di investimento è arrivato anche sul fronte opposto del crowdlending, ovvero quello delle società proponenti: lo sviluppo di un progetto immobiliare – sia che si tratti di una costruzione ex-novo, sia che si tratti della gestione di complessi edilizi già esistenti – richiede un elevato impegno di capitale che rende obbligatorio ricorrere a dei finanziamenti. In questo scenario, il crowdlending rappresenta un’alternativa più semplice al tradizionale istituto bancario, dove l’erogazione del prestito è basata sui bilanci dell’azienda richiedente e viene sbloccata a tranche. Il crowdlending, invece, permette di ricevere il finanziamento in tempi molto più brevi, in un’unica soluzione e con la possibilità che siano poi i finanziatori stessi ad acquistare gli immobili oggetto dell’operazione.

Che ruolo ricoprono le piattaforme?

Anche le piattaforme di crowdfunding, così come le banche, effettuano delle analisi di valutazione delle società proponenti: ne analizzano il management, il business plan, il tempo di raccolta del finanziamento e il rendimento offerto agli investitori. Qualora tutti i parametri vengano soddisfatti, la campagna viene lanciata e gli investitori possono parteciparvi – previa iscrizione alla piattaforma. Quando l’obiettivo di finanziamento viene raggiunto, alla scadenza – circa un anno – gli investitori ritroveranno sul proprio conto la somma che hanno investito, maggiorata degli interessi. In caso in cui, invece, l’obiettivo non venga raggiunto, la società proponente potrà accettare una somma minore – se pensa di poter reperire in altra maniera i capitali mancanti – o rimborsare gli investitori della cifra investita.

Come si valuta un’operazione di crowdfunding?

I vantaggi della semplicità e dell’accessibilità degli investimenti crowdfunding non devono, però, per far dimenticare la prudenza: prima di partecipare a un’iniziativa, bisogna tenere presente i seguenti parametri:

  • l’andamento del settore immobiliare;
  • la validità della piattaforma di crowdfunding che si decide di utilizzare;
  • l’efficacia del progetto e della società che richiede il finanziamento;
  • la possibilità di diversificare l’investimento minimizzando i rischi.

 

In questo modo si possono minimizzare i rischi di incorrere in un’insolvenza delle società proponenti, in ritardi nella restituzione del capitale o nel pagamento degli interessi e in svalutazioni degli immobili oggetto dell’investimento.